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    view post Posted on 20/3/2012, 11:45 by: Matrona Malice     +1   -1

    la_reula_
    Tomaso Pirrigheddu , La Reula



    Ogni zona della Sardegna riporta delle differenze in merito alla stessa leggenda.
    In Gallura si racconta che le anime dei morti, sepolti in cimitero o nelle cripte presenti in passato in quasi tutte le chiese, andassero in giro la notte per fare penitenza. Vestiti con una lunga tunica bianca vagavano per le viuzze dei paesi, scacciando al loro passaggio il buio della notte con la luce tremolante delle candele che tenevano in mano.

    Se sfortunatamente ci si imbatteva in questa terribile processione, poteva anche capitare di vedere tra le anime in movimento lo spirito di un vivente. Era un cattivo auspicio in ogni caso ma se la processione si muoveva lungo una strada in salita colui il quale lo spirito vagava fuori dal corpo, sarebbe morto entro l'anno, mentre se la processione si muoveva in discesa, avrebbe "solo" patito una lunga malattia.

    L'ultimo della fila dei morti veniva sopranominato "lu zoppu", il quale non riusciva mai a raggiungere le altre anime correndo quindi il rischio di non completare la sua penitenza. La regola infatti stabiliva che la processione non potesse partire prima di mezzanotte mentre il rientro doveva necessariamente avvenire all'alba.

    Il malcapitato che incontrava sa reula poteva ritenersi fortunato se se la cavava solo con un pestaggio, portando i lividi (li pizzichi di li molti) per diverso tempo.
    L'unico modo per scampare alla furia dei defunti era quella di riconoscere tra loro un parente o un compare il quale avrebbe consigliato di stare sul ciglio della strada, possibilmente sopravento e a monte della processione in modo da non sentire il fetore dei morti e non essere notato da questi. Per complicare la cosa, avrebbe dovuto farsi il segno della croce e recitare le dodici parole di San Martino, avendo cura di
    non sbagliare.

    Talvolta la visione di questi spiriti inquieti causava nel malcapitato uno spavento tale da non riuscire più a proferir parola. La cura popolare consisteva nel tagliare in croce quattro ciocche di capelli: una dalla nuca, una dalla fronte, una dalla tempia destra e una dalla tempia sinistra.
    Si doveva quindi pulire un tratto del focolare in cui mettere i capelli tagliati per essere bruciati. Una parte della cenere così ottenuta si poneva dentro un bicchiere con dell'acqua che la persona ammutolita doveva bere in modo da essere liberata dalla paura e poter quindi raccontare la terribile esperienza.

    In altre zone dell'isola invece si crede che i morti non facciano nulla di male, piangono e si lamentano. Chi vede le processioni dei morti racconta che questi, composti, si rechino uno dietro l'altro cantando o in silenzio, verso la casa dove morirà qualcuno.

    Una volta arrivati entrano tutti dentro o si fermano sulla soglia ed entra solo uno o due di loro, dopo di...

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    Tags:
    morti,
    processione,
    regione: sardegna
    Comments: 0 | Views: 728Last Post by: Matrona Malice (20/3/2012, 11:45)
     

       
    view post Posted on 20/3/2012, 11:41 by: Matrona Malice     +1   -1
    Secondo la tradizione popolare sarda, colei che nasceva dopo una nidiata di sei femmine consecutive era predestinata già dal ventre materno a nascere strega, coga appunto.
    Altre tradizioni popolari vogliono sa coga una persona semplicemente invidiosa ma capace di arrecare del male alla persona invidiata.
    In alcuni casi, in particolare per infastidire le donne che avevano appena partorito, si serviva di donne anche parenti delle vittime ma del tutto ignare di ciò che avveniva.

    Le cogas sono riconoscibili perché hanno una minuscola coda oppure una piccola croce pelosa sulla schiena. Erano conosciute anche con i nomi di surbiles o surtoras.

    Considerate streghe e vampire poiché dedite a succhiare il sangue umano soprattutto quello dei neonati non ancora battezzati, is cogas erano temute anche per il loro potere di trasformarsi in animali, di rendersi invisibili o di spostarsi velocemente a cavalcioni su delle scope. Il loro volo notturno era accompagnato da un frastuono infernale di pentole battute in modo che la gente venisse a conoscenza della loro presenza.
    Si dice che bastasse rivoltare un indumeto, anche indossato in quel momento, per vedersele all'improvviso di fronte, senza abiti e coperte solo dai lunghi capelli e peli.

    Edited by Matrona Malice - 9/6/2013, 10:48

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    donna vampiro,
    regione: sardegna
    Comments: 0 | Views: 60Last Post by: Matrona Malice (20/3/2012, 11:41)
     

       
    view post Posted on 20/3/2012, 11:36 by: Matrona Malice     +1   -1
    L'ammuntadore o ammuntadori (dal sardo ammuntare, ovvero assalire attraverso incubi) è una creatura della mitologia sarda che attaccherebbe le persone nel sonno attraverso, appunto, incubi. Per alcuni versi questa figura non sembrerebbe altro che un'interpretazione dell'incubo dei romani.

    Davvero tante son le persone che dicono di esser state sue vittime. A quanto riportano varie testimonianze, dovrebbe trattarsi di un essere che non possiede una vera e propria forma poiché questa cambia a seconda della vittima. Porta un senso di soffocamento e di disperazione che spesso arrivano a svegliare il dormiente. Una volta svegli ci si troverebbe davanti ad uno spettacolo davvero macabro: alcuni sostengono di aver visto s'Ammutadori sotto forma di strega, di scheletro, di nuvole di vapore, di persone il cui volto non era ben visibile o insanguinato.
    Durante questo periodo di tempo solitamente breve, non si può muover alcun muscolo e se si prova ad urlare, non ci si riesce. Alcuni sostengono di aver provato anche forti dolori al petto come se qualcosa si trovasse su di esso e li obbligasse a rimanere come paralizzati.

    Edited by Matrona Malice - 9/6/2013, 10:48

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    apnea,
    paralisi,
    regione: sardegna,
    sonno
    Comments: 0 | Views: 52Last Post by: Matrona Malice (20/3/2012, 11:36)
     

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