Primstav, calendario

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    Mitologia teutonica e del nord
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    408/11/2012, 09:00
    In: Rhinemaidens e Nixie
    By: Matrona Malice
     


       
    view post Posted on 13/6/2015, 16:28 by: Matrona Malice     +1   -1
    In leggende e romanzi, un Doppelgänger è un duplicato spettrale o reale di una persona vivente. Secondo la leggenda è uno spirito generato dalla paura e tale spirito ''non può cessare''.

    Doppelgänger (letteralmente "doppio viandante", assimilabile a "bilocato") è un termine preso in prestito dal tedesco ed è composto da doppel ("doppio") e Gänger ("che va", "che passa", da gehen, "andare").
    Si riferisce a un qualsiasi doppio o sosia di una persona, più comunemente in relazione al cosiddetto gemello maligno o alla bilocazione.
    In alternativa descrive un fenomeno nel quale si vede la propria immagine con la coda dell'occhio.

    In alcune mitologie, vedere il proprio doppelgänger è un presagio di morte, mentre visto da amici o parenti di una persona può anche portare sfortuna o annunciare il sopraggiungere di una malattia.

    Secondo il folklore i doppelgänger non proiettano ombre e non si riflettono negli specchi o nell'acqua. Si suppone che forniscano consigli alla persona di cui hanno le sembianze, che possono essere fuorvianti o maliziosi. Possono anche, in rari casi, instillare idee nella mente delle loro vittime o apparire ad amici e parenti, provocando confusione. In molti casi, una volta che si è visto il proprio doppelgänger, si è condannati a essere perseguitati da immagini della propria controparte spettrale.

    how_they_met_themselves

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    Comments: 0 | Views: 171Last Post by: Matrona Malice (13/6/2015, 16:28)
     

       
    view post Posted on 13/12/2012, 21:00 by: Matrona Malice     +1   -1
    jack_frost+eric+kincaid
    Jack Frost è uno spiritello e la personificazione del ghiaccio, del freddo e dell'inverno, una variante di Mastro Gelo. Le sue origini risalgono, si crede, ai costumi nordici e anglosassoni. Nelle leggende vichinghe è conosciuto come Jokul Frosti, è tradizionalmente pensato come spargitore di gelo, sotto forma di piccole "felci" di cristallo, sulle finestre durante le mattine fredde. È talvolta descritto o raffigurato con un pennello e una tavola dei colori (rosso, giallo, porpora e arancione) in mano, intento a colorare le foglie, o come un piccolo elfo che crea fiocchi di neve e opere d'arte sulle finestre delle persone. È anche responsabile per le stalattiti che appende sui tetti e alberi. Nella tradizione nordica era un dio dal nome invernale aveva una forma umana ed era un parente del dio del vento. In Russia il suo nome era Padre Gelo (in russo: Дед Мороз) raffigurato con la stessa idea dell'Europa occidentale, che lo chiamava "il vecchio uomo d'inverno" (Old Man Winter), o più semplicemente Jack Brina (Jack Frost). Le leggende inglesi lo avevano modificato rendendolo una fatina sempre amichevole e cordiale.

    È spesso allegro e ama donare al mondo le sue arti invernali. Gli piace stare all'aria aperta e decorare gli ambienti con la sua arte, in Inghilterra la sua leggenda è molto più conosciuta di quella americana di Babbo Natale. È un personaggio amichevole, ma se provocato può arrivare anche a congelare o ricoprire di neve le sue vittime. Prima della personificazione dell'inverno, è chiamato anche a presenziare durante l'autunno e la primavera. In primavera, mentre cammina felice tra se e se, può creare casualmente piccoli specchi d'acqua sulle pozzanghere grazie ai quali possiamo vedere il nostro riflesso sull'acqua. In autunno fa cadere le foglie dagli alberi al fine di prepararsi per la sua arte dell'inverno.

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    Comments: 0 | Views: 28Last Post by: Matrona Malice (13/12/2012, 21:00)
     


       
    view post Posted on 8/11/2012, 08:26 by: Matrona Malice     +1   -1

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    Eduard Jakob von Steinle (1810-1886)
    Titolo Italiano: La Lorelei
    Data 1864
    olio su tela



    Secondo la leggenda, Lorelei era una bellissima ondina del fiume Reno, che attirava a sé gli uomini col suo canto e con il suo aspetto, causando naufragi e sciagure. Un giorno, per vendicare il figlio morto, un nobile inviò i suoi soldati ad uccidere la fanciulla, soldati che seppero resistere al suo incanto e che l'avrebbero uccisa, se lei non avesse chiamato suo padre in aiuto: egli mandò un cavallo di schiuma che condusse la ninfa nelle profondità del fiume, da cui ella non fece più ritorno.
    Da allora, i marinai non dovettero più temere gli inganni di Lorelei.

    La Loreley ( Tedesco Pronuncia: [lo ː ʁəlaɪ] ) è una roccia sulla riva orientale del Reno, nei pressi di San Goarshausen , Germania , che si eleva circa 120 metri sopra la linea di galleggiamento.
    Il nome deriva dalle parole tedesche vecchi "lureln" ( Reno dialetto per "mormorare") e il termine celtico "ley" (roccia). La traduzione del nome sarebbe quindi: "mormorare rock" o "mormorare rock". Le correnti pesanti, e una piccola cascata nella zona (ancora visibile nel 19 ° secolo) ha creato un suono mormorio, e questo combinato con l'eco speciale produce la roccia che ha agito come una sorta di amplificatore, dando la roccia il suo nome. [ 1 ] Il mormorio è difficile sentire a causa oggi alla urbanizzazione della zona. Altre teorie attribuiscono il nome ai molti incidenti, combinando il verbo tedesco "lauern" (in agguato, in agguato), con lo stesso "ley" finale, con la "roccia in agguato" traduzione.

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    Comments: 0 | Views: 25Last Post by: Matrona Malice (8/11/2012, 08:26)
     

       
    view post Posted on 31/7/2012, 11:11 by: Matrona Malice     +1   -1
    34ewxz4
    Prima che ci fosse una massiva pubblicazione di calendari la gente aveva bisogno in qualche modo di segnare i giorni dell’anno.
    Nell’Europa del nord, in particolare nei paesi germanici (inclusa l’Inghilterra) una volta vi era un utilizzo molto diffuso dei calendari perpetui in legno.
    In Norvegia, questi furono in uso fino al XVIII secolo.

    Chiamati clog almanacs in inglese (Clog originariamente significava: 1. un pezzo di legno lavorato, o 2. un peso, come un blocco o un tronco, che poteva essere legato ad una persona o ad un animale per ostacolare il movimento. Si usa ancora questo termine – nel senso di legno lavorato – nell’attuale parola inglese per scarpa di legno) e primstav, rimstock (dall’antico norreno rimur, “calendario”), messedagstav, e runekalender nelle lingue nordiche, sono molto spesso calendari solari, e così seguono l’antico calendario giuliano. Alcuni hanno segni in più che permettono il calcolo di festività basate sulla luna (come la Pasqua).

    L’attuale calendario gregoriano entrò in uso intorno al 1700, ma i primstaves erano ancora realizzati per la forte tradizione che rappresentano.
    Questa tradizione continua in una forma diversa.
    Su internet, molti esempi della parola primstav si riferiscono a calendari scolastici online – dalla scuola materna all’università -. Altri, su pagine web di privati, elencano festività nazionali, locali o personali – sono essenzialmente moderni “calendari di eventi”.

    Si pensa che la parola primstav derivi dal termine latino utilizzato per indicare la luna nuova – Prima Lunae

    La maggior parte dei primstav assomigliano a dei righelli con la metratura del sistema inglese da un lato, ed il sistema metrico dall’altro.
    Rispetto ai righelli però i primstaves fanno uso sia di un lato che dell’altro del righello.

    Ogni lato del righello riporta sei mesi, ovvero metà dell’anno.

    Un lato, chiamato lato invernale, va dal 14 ottobre al 13 aprile. Il lato estivo copre il resto dell’anno.

    Il 14 ottobre è segnato dal tradizionale simbolo della muffola.

    I primstaves sono più grandi dei righelli, mentre il loro spessore è proprio come quello dei righelli in legno. La maggior parte dei primstaves antichi erano realizzati in legno o osso, sebbene ve ne siano alcuni fatti di ottone.
    Un lato di questi righelli era dedicato alle decorazioni, e serviva come “manico”. Molti avevano buchi per ap...

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    Comments: 1 | Views: 384Last Post by: Matrona Malice (31/7/2012, 13:19)
     

       
    view post Posted on 5/6/2012, 16:25 by: Matrona Malice     +1   -1
    Nornorna_spinner_%C3%B6dets_tr%C3%A5dar_vid_Yggdrasil
    « Da quel luogo vengono fanciulle
    di molta saggezza,
    tre, da quelle acque
    che sotto l'albero si stendono.
    Ha nome Urðr la prima,
    Verðandi l'altra
    (sopra una tavola incidono rune),
    Skuld quella ch'è terza.
    Queste decidono la legge,
    queste scelgono la vita
    per i viventi nati,

    le sorti degli uomini. »
    « Þaðan koma meyiar
    margs vitandi
    þríar ór þeim sæ,
    es und þolli stendr;
    Urð hétu eina,
    aðra Verðandi,
    skáru á skíði,
    Skuld ena þriðiu.
    Þær lög lögðu,
    þær líf köru,
    alda börnum,

    örlög seggia. »
     





    Le norne (norreno: norn, plurale: nornir) nella mitologia norrena sono tre dísir chiamate Urðr, Verðandi e Skulld.
    Le norne vivono tra le radici di Yggdrasill, l'albero della Vita al centro del cosmo (benché alcune fonti asseriscano che esse dimorino sotto l'arco formato da Bifröst, il ponte arcobaleno), dove tessono l'arazzo del destino. La vita di ogni persona è una corda nel loro telaio e la lunghezza della corda è la lunghezza della vita dell'individuo.
    Poiché tutto è preordinato nel complesso universo norreno, anche le divinità hanno i loro fili nel telaio, benché le norne non permettano loro di vederli. Questa sottomissione degli dèi a un potere esterno implica che un giorno anche loro avranno una fine e tale fine, il Ragnarök, è descritta ampiamente dalla letteratura nordica.

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    Comments: 0 | Views: 40Last Post by: Matrona Malice (5/6/2012, 16:25)
     

       
    view post Posted on 20/1/2012, 11:12 by: Matrona Malice     +1   -1
    Krampus
    Nelle zone di lingua tedesca, i Krampus sono dei diavoli travestiti che accompagnano San Nicolò, nella tradizionale sfilata lungo le strade del paese.

    I Krampus sono uomini-caproni scatenati e molto inquietanti che si aggirano per le strade alla ricerca dei bambini "cattivi". Le loro facce sono coperte da maschere diaboliche e paurose; i loro abiti sono laceri, sporchi e consunti. I Krampus quando vagano per le vie dei paesi provocano rumori ottenuti da campanacci o corni, che li accompagnano nel tragitto che li porta in giro. L'origine di questa usanza, mantenuta con fiero orgoglio in molti comuni dell'Alto Adige, si perde nella notte dei tempi. Una delle poche cose di cui si è a conoscenza è che questa manifestazione è legata al solstizio invernale.
    È curioso che a mascherarsi secondo la tradizione, e a volte anche in abiti femminili, sono esclusivamente gli uomini. Ma il diavolo, o Krampus, può essere anche femminile, e in questo caso si chiama Krampa.
    Altra regola è che la maschera da loro indossata non deve mai essere tolta in pubblico e gli spettatori non devono mai cercare di toglierla, pena il disonore per lo smascherato.

    La leggenda dei Krampus

    Un krampus in sfilata a Dobbiaco.
    Si racconta che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei paesotti di montagna si travestivano usando pellicce formate da piume e pelli e corna di animali. Essendo così irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per la stagione invernale. Dopo un po' di tempo, i giovani si accorsero però, che tra di loro vi era un impostore: era il diavolo in persona, che approfittando del suo reale volto diabolico si era inserito nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra.
    Venne dunque chiamato il vescovo Nicolò, per esorcizzare l'inquietante presenza. Sconfitto il diavolo, tutti gli anni i giovani, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi, non più a depredare ma a portare doni o a "picchiare i bambini cattivi", accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.

    Edited by Matrona Malice - 5/6/2012, 17:06

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    Comments: 0 | Views: 9Last Post by: Matrona Malice (20/1/2012, 11:12)
     

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