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    view post Posted on 2/9/2016, 09:36 by: Matrona Malice     +1   -1

    tsukumogami


    Si chiamano tsukumogami 付喪神 (gli spiriti delle cose), e secondo una credenza giapponese hanno origine da un qualunque utensile che abbia compiuto almeno 100 anni. Raggiunta tale età, tutti gli oggetti diventano spiriti, il cui aspetto può variare molto, sia in base al tipo di oggetto da cui viene originato, sia in base all’uso che ne è stato fatto e alle sue condizioni. Se l’utensile è stato gettato via senza alcun rispetto, perché ritenuto ormai inutile, oppure trattato male o rotto, diventerà uno spirito maligno in cerca di vendetta, e anche il suo aspetto sarà terrificante; in caso contrario, avrà un aspetto benevolo e si manifesterà solo per apparizioni inoffensive.

    info:http://www.tradurreilgiappone.com/2014/09/12/tsukumogami/

    Abumi-guchi – Una creatura pelosa formata dalla staffa di una montatura di una comandante militare.
    Bakezōri – Uno zōri (tradizionali sandali di paglia) posseduto.
    Biwa-bokuboku – Un Biwa animato.
    Boroboroton – Un Futon posseduto.
    Chōchinobake – Una lanterna animata, anche conosciuta come Burabura.
    Ittan-momen – Un rotolo di cotone.
    Jatai – Stoffe drappeggiate con paraventi pieghevoli.
    Kameosa – Un otre posseduto.
    Karakasa – Un ombrello di carta animato. Anche conosciuto come Kasa-obake.
    Kosode-no-te – Un kimono posseduto.
    Koto-furunushi – Un koto animato.
    Kurayarō – Una sella animata.
    Kyōrinrin – Fogli e pergamene posseduti.
    Menreiki – Una creatura spirituale composta da 66 maschere.
    Minowaraji- Un mantello di paglia animato.
    Morinji-no-okama – Una teiera posseduta. Un altro nome è Zenfushō
    Shamichoro – Uno shamisen animato.
    Shirouneri – Una zanzariera animata.
    Shōgorō – Un gong animato.
    Ungaikyō – Uno specchio posseduto.
    Yamaoroshi – Una grattugia posseduta.
    Zorigami – Un orologio animato.



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    tsukumogami,
    Yokai
    Comments: 0 | Views: 177Last Post by: Matrona Malice (2/9/2016, 09:36)
     

       
    view post Posted on 20/4/2016, 13:18 by: Matrona Malice     +1   -1
    kamaitachi_by_niuner-d45hy40
    Kamaitachi è uno Youkai velocissimo dall'aspetto di donnola che si muove cavalcando folate di vento e che è munito di artigli affilati come rasoi coi quali ferisce alle gambe i malcapitati passanti per poi dileguarsi immediatamente.
    L'azione è così rapida che spesso le vittime non si accorgono nemmeno dell'attacco, anche perché, altra caratteristica peculiare del kamaitachi, le ferite inferte non provocano dolore ma solo sanguinamento, a volte anche copioso. Secondo alcune versioni, invece, accadrebbe l'esatto contrario e cioè che le ferite non sanguinerebbero quasi per nulla ma causerebbero grande dolore e in taluni casi sarebbero fatali.

    Nella versione più famosa, quasi sempre raccontata in zone dove nevica o fa molto freddo, sarebbero un terzetto di donnole (la prima fa inciampare il mal capitato, la seconda lo tagliava e la terza curava solo il dolore della ferita con una medicina speciale), mentre nella prefettura di Nigata sarebbe solo 1.

    Questa leggenda è nata per spiegare i tagli e le piccole ferite nate sulle mani e sui volti di chi lavorava in esterna o in luoghi freddi, dove la pelle era più soggetta a seccarsi e a rompersi, causando piccole ferite.

    Edited by Matrona Malice - 20/4/2016, 16:06

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    Kamaitachi,
    Yokai
    Comments: 0 | Views: 105Last Post by: Matrona Malice (20/4/2016, 13:18)
     

       
    view post Posted on 1/4/2016, 11:12 by: Matrona Malice     +1   -1
    kuchisake-onna-slit-mouth-woman
    La kuchisake-onna (口裂け-女? donna dalla bocca spaccata) è, come suggerisce il nome, una donna avente una bocca enorme che, andando da orecchio a orecchio, assomiglia a una spaccatura.

    Secondo una leggenda, centinaia di anni fa (alcune versioni dicono nel periodo Heian) viveva una giovane donna, moglie o concubina di un samurai, che sembra fosse molto bella e molto vanitosa e che si dice tradisse il marito. Il samurai, che era estremamente geloso, in un impeto d'ira colpì la donna con la propria katana, aprendole la bocca da orecchio a orecchio e gridando: «Chi dirà che sei bella adesso?!»[2].

    Da allora cominciarono a girare voci su una donna che vagava nelle notti di nebbia con il volto coperto da una mascherina (cosa non del tutto insolita in Giappone, dove chi è in preda al raffreddore si copre naso e bocca con queste mascherine per evitare di contagiare chi gli sta intorno) e che, incontrato un passante, lo fermava e gli chiedeva: «Trovi che io sia bella?» («Kirei da to omou?»), per poi ripetere la domanda dopo essersi tolta la mascherina rivelando la sua bocca abnorme[2]. A questo punto la leggenda prende vie diverse e fantasiose: alcune voci dicevano che la kuchisake-onna divorava le sue vittime con la sua enorme bocca, mentre altre meno paurose che, spaventato il passante, cominciava a ridere in modo agghiacciante per poi sparire nel nulla.

    In una versione più articolata, invece, qualora la vittima fuggisse inorridita dall'aspetto della kuchisake-onna, veniva inseguita e uccisa con una lama di pugnale sulla soglia della propria casa[2] dopo essere stata sfigurata allo stesso modo in cui lo era stata lei[3]; l'unico modo per non essere inseguiti era rispondere in maniera vaga, confondendo le idee della donna[2]. Se invece si veniva inseguiti, sembra che l'unico espediente per salvarsi fosse quello di gettarle della frutta, di cui era sempre affamata, e di scappare mentre lei mangiava[4].

    Nell'estate del 54º anno del periodo Showa (1979) si diffuse in tutto il Giappone una serie di voci incontrollate su una rediviva kuchisake-onna. Sembra infatti che, in quei giorni, una donna con la faccia coperta da una mascherina si aggirasse nei sobborghi bui delle città. Fermato un passante, in genere bambini delle elementari o studenti universitari, gli domandava «Pensi che io sia bella?». Se il malcapitato rispondeva "no", veniva ucciso con le forbici; se rispondeva sì, la donna si toglieva la mascherina chiedendo «E adesso?»: se il ragazzo persisteva nella sua risposta positiva, la donna - sentendosi presa in giro - gli sfregiava il volto in modo che apparisse come il suo; se invece la vittima cambiava risposta e diceva "no" la donna, offesa, lo avrebbe tagliato in due parti uguali.

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    donna con bocca spaccata,
    Kuchisake-onna
    Comments: 0 | Views: 11Last Post by: Matrona Malice (1/4/2016, 11:12)
     

       
    view post Posted on 21/12/2012, 12:00 by: Matrona Malice     +1   -1
    Gli yūrei (幽霊) sono i fantasmi della tradizione giapponese. Il nome è composto dai kanji yū (幽 ”flebile”, “evanescente”, ma anche “oscuro”) e rei (霊 ”anima” o “spirito”).
    Sono talvolta chiamati anche bōrei (亡霊 ”spiriti dei caduti”), shiryō (死霊 ”spiriti dei morti”), o anche con i più generici nomi di yōkai (妖怪) e obake (お化け).
    Come per le controparti occidentali, si tratta di anime dei defunti che sono incapaci di lasciare il mondo dei vivi e raggiungere in pace l’aldilà.

    Secondo la tradizione giapponese, tutti gli esseri umani hanno uno spirito/anima o reikon (霊魂); quando muoiono, il reikon lascia il corpo e resta in attesa del funerale e dei riti successivi, prima di potersi riunire ai propri antenati nell’aldilà.
    Se le cerimonie sono svolte nel modo appropriato, lo spirito del defunto diventa un protettore della famiglia, a cui torna a far visita ogni anno ad agosto durante la festa Obon, nella quale i vivi porgono ai defunti i propri ringraziamenti.
    Tuttavia, nel caso di morti improvvise e violente, o se i riti funebri non sono stati effettuati, o ancora se lo spirito è trattenuto al mondo dei vivi da forti emozioni, il reikon può trasformarsi in yūrei ed entrare in contatto con il mondo fisico.
    Non tutti gli spiriti che si trovano in queste condizioni però si trasformano in yūrei, perché agire sul mondo fisico dal mondo spirituale richiede una grande forza mentale o emotiva.Lo yūrei può infestare un oggetto, un posto o una persona, e può essere scacciato solo dopo aver celebrato i riti funebri o risolto il conflitto emotivo che lo tiene legato al mondo dei vivi, anche se sono presenti delle forme di esorcismo.

    Nel tardo XVII secolo, durante il periodo Edo, si diffuse il gioco del Hyakumonogatari Kaidankai, molto popolare ancora oggi, che consiste nel raccontare a turno una storia dell’orrore (kaidan, termine non più in voga, sostituito nel giapponese moderno dall’inglesehorror) e poi spegnere una luce; si credeva che quando l’ultima luce si fosse spenta uno yūrei si sarebbe manifestato. I kaidan divennero oggetto di letteratura, opere teatrali e dipinti, e gli yūrei cominciarono ad assumere degli attributi che permettevano al pubblico di identificarli immediatamente tra i personaggi.

    Caratteristiche

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    Fantasmi,
    Yurei
    Comments: 0 | Views: 18Last Post by: Matrona Malice (21/12/2012, 12:00)
     

       
    view post Posted on 13/12/2012, 21:19 by: Matrona Malice     +1   -1
    Yuki Onna ( 雪女? , donna neve) è uno spirito o demone nel folklore giapponese . Lei è una figura popolare nella letteratura giapponese , manga e animazione .

    Yuki-onna appare nelle notti di neve come una donna alta e bella, con lunghi capelli neri e le labbra blu. La sua pelle disumanamente pallida o addirittura la rende trasparente si fondono nel paesaggio innevato (come notoriamente descritto in Lafcadio Hearn 's Kwaidan: Storie e Studi di cose strane ). Indossa a volte un bianco kimono, ma altre leggende la descrivono come nuda, con solo il viso e capelli in piedi contro la neve.
    Nonostante la sua bellezza inumana, i suoi occhi possono incutere terrore mortali. Lei galleggia sulla neve senza lasciare impronte (infatti, alcuni racconti dicono che non ha piedi, una caratteristica di molti fantasmi giapponesi ), e si può trasformare in una nuvola di nebbia o neve se minacciata.

    442px-SekienYukionna



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    donna nevi,
    Yuki-onna
    Comments: 0 | Views: 36Last Post by: Matrona Malice (13/12/2012, 21:19)
     

       
    view post Posted on 22/1/2012, 14:24 by: Matrona Malice     +1   -1
    kudan01

    C'è un'altra creatura pensato per essere lo stesso o legati alla Hakutaku chiamato Kutabe, che apparve nel periodo Edo su una montagna nella Prefettura di Toyama e ha previsto una misteriosa malattia incurabile che avrebbe spazzato attraverso, uccidendo molte persone. Egli ha informato le persone che avrebbero potuto evitare la peste mettendo le immagini di lui nelle loro case. A causa di questo c'è ormai una certa setta religiosa che considera la hakutaku / kutabe la divinità protettrice della medicina a base di erbe. Kutabe sembra faccia di un vecchio con la barba e una zona calva, un grumo (un mozzicone di corno?) In cima alla sua testa, il corpo di un vitello, i piedi sono lunghi artigli, ha due occhi sulla schiena (non 3 su ogni collaterali come hakutaku, né corna sul dorso). Inoltre, Hakutaku è sempre visto come una creatura bianca. Kutabe è nero, con la testa bianca

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    giappone,
    mitologia e folklore
    Comments: 0 | Views: 219Last Post by: Matrona Malice (22/1/2012, 14:24)
     

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